Celia racconta il suo singolo "Chissà se ci sarai"
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13/08/2024 | lorenzotiezzi
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Con il recente lancio del suo secondo singolo "Chissà se ci sarai", Celia esplora temi di autenticità, radici e ricerca interiore, riuscendo a toccare le corde più intime di chi l'ascolta. La sua carriera, iniziata con studio e passione, la vede oggi proiettata verso nuovi palchi, con un forte desiderio di condividere la sua musica in contesti che rispecchiano le sue sensibilità artistiche e personali.
Partiamo dalle tue origini. Chi è Celia per Federica?
Celia è il prisma di Federica. Rappresenta attraverso ogni canzone le varie sfumature di Federica, è un moltiplicatore. Nella vita non si ha sempre la possibilità di mostrare tutti i lati di sé. Si assumono ruoli e atteggiamenti che tendiamo a mantenere e non si va oltre un certo limite. Con Celia posso giocare e mostrare le mie emozioni, anche quelle che non hanno occasione di uscire nella quotidianità.
Da poco hai pubblicato “Chissà se ci sarai”, il tuo secondo singolo. Le parole dei tuoi testi sono intime, personali, a tratti travolgenti. Cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta?
Beh... “Chissà se ci sarai” è un po' un'invocazione, soprattutto la ricerca della sensazione di sentirsi a casa: da qualche parte, con qualcuno, ma soprattutto con se stessi.
Quando questa sensazione non si sente è veramente difficile, ti senti perso. Mi è capitato. Un motivo possono essere i legami: una figlia, una famiglia, che sono una delle principali fonti di radicamento. Ma la vera sensazione di “essere a casa” si raggiunge soprattutto quando si è trovato il modo e le persone con cui essere autentici.
Questa canzone vuole riconnetterti con le tue radici, l'infanzia, i desideri più intimi. E a quanto pare ci riesce, diverse persone mi hanno scritto che quando la sentono pensano ai propri nonni, a quando erano piccoli, alle persone che amano... è molto bello.
Hai frequentato qualche scuola di canto o al contrario sei autodidatta?
Ho iniziato tardi perché l'arte in famiglia non era molto incoraggiata. parliamo dei miei 19 anni, quando ho iniziato a prendere decisioni indipendenti. A quel punto ho preso lezioni private pagate con i miei primi lavori e poi ho frequentato la scuola civica di jazz a Torino.
Puoi farci una lista di almeno 5 persone famose che vorresti fra il pubblico ad un tuo concerto se potessi scegliere?
Daniele Silvestri, Niccolò Fabi e Max Gazzè per convincerli a fare qualcosa insieme.
Alanis Morissette perché poi vorrei parlarci e farmi raccontare della sua evoluzione artistica e musicale. Paola Cortellesi perché risuona con la mia ironia e con le tematiche femminili.
Infine, porterai le tue canzoni su qualche palco?
La pubblicazione di un singolo è solo l'INIZIO di un lungo lavoro di promozione! Quindi ora ho le energie lì. Ma il focus è su fare tanti live. Sono una persona molto mentale ma sul palco testa e cuore si incontrano e posso finalmente comunicare con pienezza. Creo sempre un bellissimo incontro con le persone, lo dico perché lo sento. Mi piacerebbe suonare a festival con tematiche femminili o in ambito psicologico.
Partiamo dalle tue origini. Chi è Celia per Federica?
Celia è il prisma di Federica. Rappresenta attraverso ogni canzone le varie sfumature di Federica, è un moltiplicatore. Nella vita non si ha sempre la possibilità di mostrare tutti i lati di sé. Si assumono ruoli e atteggiamenti che tendiamo a mantenere e non si va oltre un certo limite. Con Celia posso giocare e mostrare le mie emozioni, anche quelle che non hanno occasione di uscire nella quotidianità.
Da poco hai pubblicato “Chissà se ci sarai”, il tuo secondo singolo. Le parole dei tuoi testi sono intime, personali, a tratti travolgenti. Cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta?
Beh... “Chissà se ci sarai” è un po' un'invocazione, soprattutto la ricerca della sensazione di sentirsi a casa: da qualche parte, con qualcuno, ma soprattutto con se stessi.
Quando questa sensazione non si sente è veramente difficile, ti senti perso. Mi è capitato. Un motivo possono essere i legami: una figlia, una famiglia, che sono una delle principali fonti di radicamento. Ma la vera sensazione di “essere a casa” si raggiunge soprattutto quando si è trovato il modo e le persone con cui essere autentici.
Questa canzone vuole riconnetterti con le tue radici, l'infanzia, i desideri più intimi. E a quanto pare ci riesce, diverse persone mi hanno scritto che quando la sentono pensano ai propri nonni, a quando erano piccoli, alle persone che amano... è molto bello.
Hai frequentato qualche scuola di canto o al contrario sei autodidatta?
Ho iniziato tardi perché l'arte in famiglia non era molto incoraggiata. parliamo dei miei 19 anni, quando ho iniziato a prendere decisioni indipendenti. A quel punto ho preso lezioni private pagate con i miei primi lavori e poi ho frequentato la scuola civica di jazz a Torino.
Puoi farci una lista di almeno 5 persone famose che vorresti fra il pubblico ad un tuo concerto se potessi scegliere?
Daniele Silvestri, Niccolò Fabi e Max Gazzè per convincerli a fare qualcosa insieme.
Alanis Morissette perché poi vorrei parlarci e farmi raccontare della sua evoluzione artistica e musicale. Paola Cortellesi perché risuona con la mia ironia e con le tematiche femminili.
Infine, porterai le tue canzoni su qualche palco?
La pubblicazione di un singolo è solo l'INIZIO di un lungo lavoro di promozione! Quindi ora ho le energie lì. Ma il focus è su fare tanti live. Sono una persona molto mentale ma sul palco testa e cuore si incontrano e posso finalmente comunicare con pienezza. Creo sempre un bellissimo incontro con le persone, lo dico perché lo sento. Mi piacerebbe suonare a festival con tematiche femminili o in ambito psicologico.
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