Intervista ad Andrea Fiore, autore del giallo umoristico “Sulle trecce dell’assassino (semi-serial thriller)"
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26/05/2023 | Bookpress
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Andrea Fiore è nato a Catania nel 1963; scrive gialli di stampo grottesco-demenziale e conduce programmi d'attualità e di intrattenimento in radio e in televisione. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo semi-serial thriller “Morte, ricotta e Mascarpone”, nel 2011 “L'elettricista suona sempre 220 volt” e nel 2019 la raccolta di racconti estemporanei “Scrivere mi diverte, leggermi un po' meno”.
«Ci presenti il tuo divertente romanzo “Sulle trecce dell'assassino”?»
Come presentarlo? Il romanzo ha un taglio tutto suo, ricco di... sfumature. Ondeggia pericolosamente tra le fosche tinte del noir e l'ambigua terminologia del nonsense, cosicché per il lettore è giusto un attimo passare da una fronte corrucciata a un sorriso ebete sornione e viceversa. Posso darti una traccia o meglio una treccia... Tutto ha inizio a Gravetown un pomeriggio d'afa asfissiante nel famosissimo salone d'acconciature uomo, donna, bambino “Giuseppy's”. Un grasso uomo dalle folte trecce con prenotazione “prevaricator” salta la fila con profondo disappunto dei clienti, si accomoda e chiede di farsi rapare a zero. Un breve blackout, torna la luce, ma l'uomo è morto e sono sparite anche le trecce. L'ispettore Peter Haddock, il suo fido assistente Dan Parrish e un'avvenente recluta “raccomandata”di nome Mandy Racco, sono chiamati a indagare tra situazioni grottesche e paradossali, ostacoli di ogni numero, genere e misura e codici finemente tatuati su parti intime in cui non batte mai il sole.
«Cosa intendi quando definisci le tue opere dei semi-serial thriller?»
Il termine racchiude tutti gli ingredienti delle mie incredibili storie. Thriller, perché ci sono tutte le caratteristiche del genere: la tensione, il pericolo, i clamorosi colpi di scena, il finale al cardiopalma; Serial-thriller, perché nella mia mente a forte vocazione recidiva i libri da scrivere erano più d'uno, così come è poi avvenuto; “Trecce” infatti è il terzo della serie o... serial. Semi-serial, perché la trama è seria (davvero?), ma la narrazione tutt'altro, piuttosto semi-seria direi...
«Da chi o cosa trai ispirazione per scrivere le tue dissacranti storie?»
L'ispirazione per me è una brutta bestia che non va assolutamente cercata. Ecco che allora ti si presenta quando meno te l'aspetti, mentre attraversi la strada, parli con qualcuno, giri tra gli scaffali di un supermercato. Alla base sta comunque la voglia di osservare di continuo la gente, di scannerizzarne i movimenti, i piccoli tic, le cose che dice e come le dice. Segue poi, quando giunge la brutta bestia, la traduzione in idee e poi immagini e poi ancora frasi che sgorgano e si riversano come un fiume in piena su pagine e pagine.
«Nei tuoi thriller troviamo dei brillanti ed esilaranti giochi di parole - in questo caso la maggior parte sono di natura tricologica - e delle situazioni decisamente grottesche e insensate; d'altro canto poni molta attenzione all'aderenza alle logiche del genere giallo, in modo che, alla fine, tutto torni e abbia un senso, nonostante la bizzarria delle vicende narrate. Come fai a bilanciare questi due aspetti in apparenza inconciliabili?»
Hai colto perfettamente nel segno, la difficoltà sta proprio nel trovare e mantenere costantemente un equilibrio tra senso e non senso e resistere alle tentazioni di strafare. Un tormentato ma nel contempo divertente braccio di ferro tra emisfero destro e sinistro del cervello. Ecco che allora tutto trova posto anche l'uso stressato della lingua piegata al volere dispotico e capriccioso di uno scrittore che paradossalmente resta sempre vigile sui binari della ragione attento a non deragliare... troppo.
«La tua opera è abitata da numerosi personaggi, e ognuno di loro è delineato con cura; qual è la figura che più hai amato caratterizzare, e perché?»
Certamente Haddock. È pingue e malvestito, l'esatto opposto dell'ideale del Kouros greco, molto vicino al concetto di scarto di produzione. Sogna e ha un grande cuore, ma subisce di continuo nella vita e nel lavoro. Tuttavia, da buon incassatore trova sempre uno spiraglio, con imprevedibili grassocci colpi di reni, per mettere a segno il pugno che manda l'altro in knock out. Tra i personaggi minori ho proprio l'imbarazzo della scelta: occhio all'agente Shirt...
«Vorresti citare un brano tratto dal tuo romanzo, in modo che i lettori possano farsi un'idea di cosa troveranno tra le pagine del libro?»
Certamente, ecco uno stralcio del secondo capitolo “Pechi-Man Fever”, in cui Haddock e Parrish sono impegnati in una catastrofica impresa...
L'elicottero, colpito a una delle pale, stava perdendo quota rapidamente. Il sibilo dell'aria sempre più stridulo sulle fiancate della scocca, rendeva ormai evidente che l'impatto sarebbe stato inevitabile.
«Daaan, si sono rese disponibili le maschere» urlò Haddock in mezzo a tanto frastuono, strattonando l'assistente.
«Le maschere?!?» ripeté l'assistente «Ispettore non vorrà dare un party a tema giusto ora?».
«Dobbiamo abbandonare l'elicottero» proseguì Haddock in forte affanno «si è rotto le pale!».
«Ma come?» obiettò Dan «Lui si rompe le pale e siamo noi a doverci buttare?!?».
«Non c'è tempo» replicò seccamente l'ispettore «dobbiamo saltare subito. Qui sta per esplodere tutto! Hai controllato i punti cardinali?».
«Controllato?» blaterò l'assistente «A che servono i punti cardinali se il Vaticano non organizza mai concorsi a premi?».
«Quest'uomo è matto!» inveì Haddock allo stremo delle forze «San Giovanni decollato, protettore dei viaggiatori dell'aria, Aiutaci tu!».
«Capo, ma a che santi s'affida?» protestò l'assistente, mentre l'elicottero sprofondava inesorabilmente nel vuoto «È decollato. Non possiamo prenderne un altro? Magari un santo low cost, a volte funzionano meglio!».
«Il tuo stile è davvero peculiare, e francamente non vi trovo eguali. Hai degli autori o delle opere di riferimento che ti hanno influenzato nel corso della tua carriera di scrittore?»
Su questo potrei parlare per ore. Certamente grandi autori come Pennac o Benni, con punte di Luttazzi, passando per Guzzanti e Bergonzoni. Ma c'è anche il mondo dei fumetti, da Sturmtruppen al Gruppo TNT fino a planare sui supereroi del multiverso Marvel. Infine, come dico sempre James Last but non Litz, i film cult nonsense, da L'Aereo più pazzo del mondo alla saga de La Pallottola spuntata.
Contatti
https://www.facebook.com/groups/andreafioregroup/
https://www.instagram.com/andrea_fiore7/
https://twitter.com/AndreaFiore7
https://youtube.com/@AndreaFioreGroup
Link di vendita online
https://www.pandilettere.com/inostrilibri/sulle-trecce-dellassassino-semi-serial-thriller
https://www.amazon.it/Sulle-trecce-dellassassino-Ediz-illustrata/dp/B0B37KWN6W/ref=sr_1_1?mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=25KORDEXTUEXS&keywords=Andrea+Fiore&qid=1679664421&sprefix=andrea+fiore%2Caps%2C136&sr=8-1
«Ci presenti il tuo divertente romanzo “Sulle trecce dell'assassino”?»
Come presentarlo? Il romanzo ha un taglio tutto suo, ricco di... sfumature. Ondeggia pericolosamente tra le fosche tinte del noir e l'ambigua terminologia del nonsense, cosicché per il lettore è giusto un attimo passare da una fronte corrucciata a un sorriso ebete sornione e viceversa. Posso darti una traccia o meglio una treccia... Tutto ha inizio a Gravetown un pomeriggio d'afa asfissiante nel famosissimo salone d'acconciature uomo, donna, bambino “Giuseppy's”. Un grasso uomo dalle folte trecce con prenotazione “prevaricator” salta la fila con profondo disappunto dei clienti, si accomoda e chiede di farsi rapare a zero. Un breve blackout, torna la luce, ma l'uomo è morto e sono sparite anche le trecce. L'ispettore Peter Haddock, il suo fido assistente Dan Parrish e un'avvenente recluta “raccomandata”di nome Mandy Racco, sono chiamati a indagare tra situazioni grottesche e paradossali, ostacoli di ogni numero, genere e misura e codici finemente tatuati su parti intime in cui non batte mai il sole.
«Cosa intendi quando definisci le tue opere dei semi-serial thriller?»
Il termine racchiude tutti gli ingredienti delle mie incredibili storie. Thriller, perché ci sono tutte le caratteristiche del genere: la tensione, il pericolo, i clamorosi colpi di scena, il finale al cardiopalma; Serial-thriller, perché nella mia mente a forte vocazione recidiva i libri da scrivere erano più d'uno, così come è poi avvenuto; “Trecce” infatti è il terzo della serie o... serial. Semi-serial, perché la trama è seria (davvero?), ma la narrazione tutt'altro, piuttosto semi-seria direi...
«Da chi o cosa trai ispirazione per scrivere le tue dissacranti storie?»
L'ispirazione per me è una brutta bestia che non va assolutamente cercata. Ecco che allora ti si presenta quando meno te l'aspetti, mentre attraversi la strada, parli con qualcuno, giri tra gli scaffali di un supermercato. Alla base sta comunque la voglia di osservare di continuo la gente, di scannerizzarne i movimenti, i piccoli tic, le cose che dice e come le dice. Segue poi, quando giunge la brutta bestia, la traduzione in idee e poi immagini e poi ancora frasi che sgorgano e si riversano come un fiume in piena su pagine e pagine.
«Nei tuoi thriller troviamo dei brillanti ed esilaranti giochi di parole - in questo caso la maggior parte sono di natura tricologica - e delle situazioni decisamente grottesche e insensate; d'altro canto poni molta attenzione all'aderenza alle logiche del genere giallo, in modo che, alla fine, tutto torni e abbia un senso, nonostante la bizzarria delle vicende narrate. Come fai a bilanciare questi due aspetti in apparenza inconciliabili?»
Hai colto perfettamente nel segno, la difficoltà sta proprio nel trovare e mantenere costantemente un equilibrio tra senso e non senso e resistere alle tentazioni di strafare. Un tormentato ma nel contempo divertente braccio di ferro tra emisfero destro e sinistro del cervello. Ecco che allora tutto trova posto anche l'uso stressato della lingua piegata al volere dispotico e capriccioso di uno scrittore che paradossalmente resta sempre vigile sui binari della ragione attento a non deragliare... troppo.
«La tua opera è abitata da numerosi personaggi, e ognuno di loro è delineato con cura; qual è la figura che più hai amato caratterizzare, e perché?»
Certamente Haddock. È pingue e malvestito, l'esatto opposto dell'ideale del Kouros greco, molto vicino al concetto di scarto di produzione. Sogna e ha un grande cuore, ma subisce di continuo nella vita e nel lavoro. Tuttavia, da buon incassatore trova sempre uno spiraglio, con imprevedibili grassocci colpi di reni, per mettere a segno il pugno che manda l'altro in knock out. Tra i personaggi minori ho proprio l'imbarazzo della scelta: occhio all'agente Shirt...
«Vorresti citare un brano tratto dal tuo romanzo, in modo che i lettori possano farsi un'idea di cosa troveranno tra le pagine del libro?»
Certamente, ecco uno stralcio del secondo capitolo “Pechi-Man Fever”, in cui Haddock e Parrish sono impegnati in una catastrofica impresa...
L'elicottero, colpito a una delle pale, stava perdendo quota rapidamente. Il sibilo dell'aria sempre più stridulo sulle fiancate della scocca, rendeva ormai evidente che l'impatto sarebbe stato inevitabile.
«Daaan, si sono rese disponibili le maschere» urlò Haddock in mezzo a tanto frastuono, strattonando l'assistente.
«Le maschere?!?» ripeté l'assistente «Ispettore non vorrà dare un party a tema giusto ora?».
«Dobbiamo abbandonare l'elicottero» proseguì Haddock in forte affanno «si è rotto le pale!».
«Ma come?» obiettò Dan «Lui si rompe le pale e siamo noi a doverci buttare?!?».
«Non c'è tempo» replicò seccamente l'ispettore «dobbiamo saltare subito. Qui sta per esplodere tutto! Hai controllato i punti cardinali?».
«Controllato?» blaterò l'assistente «A che servono i punti cardinali se il Vaticano non organizza mai concorsi a premi?».
«Quest'uomo è matto!» inveì Haddock allo stremo delle forze «San Giovanni decollato, protettore dei viaggiatori dell'aria, Aiutaci tu!».
«Capo, ma a che santi s'affida?» protestò l'assistente, mentre l'elicottero sprofondava inesorabilmente nel vuoto «È decollato. Non possiamo prenderne un altro? Magari un santo low cost, a volte funzionano meglio!».
«Il tuo stile è davvero peculiare, e francamente non vi trovo eguali. Hai degli autori o delle opere di riferimento che ti hanno influenzato nel corso della tua carriera di scrittore?»
Su questo potrei parlare per ore. Certamente grandi autori come Pennac o Benni, con punte di Luttazzi, passando per Guzzanti e Bergonzoni. Ma c'è anche il mondo dei fumetti, da Sturmtruppen al Gruppo TNT fino a planare sui supereroi del multiverso Marvel. Infine, come dico sempre James Last but non Litz, i film cult nonsense, da L'Aereo più pazzo del mondo alla saga de La Pallottola spuntata.
Contatti
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Link di vendita online
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